21 Jan 2013

Il lavoro femminile


Quesito:
Mia moglie sta studiando come infermiera all’Università, vorrei sapere se è permesso che lei visiti pazienti (maschi e femmine), che li lavi siccome fa parte dei progetti della lezione.
-visitare uomini come infermiera in situazioni di non emergenza in un ospedale non musulmano

-lavorare in una casa di cura per persone mentalmente instabili dove altri operatori del settore sono uomini e anche alcuni pazienti
 
Risposta:
La Lode appartiene ad Allah

Se una donna deve lavorare per necessità, le è permesso di lavorare fuori casa, come indicato dal fatto che le due figlie di Shu’ayb solevano abbeverare le pecore, e la storia di Asma’ bin Abi Bakr che lavorava fuori casa. Se una donna è vedova con prole, e non ha chi la sostenga e neppure riceve un sussidio da Bayt al-Maal (tesoreria), le è permesso guadagnarsi da vivere. Sebbene si dica che sia permesso ad una donna lavorare fuori casa se necessario, ella non dovrebbe fare soltanto il lavoro di cui ha bisogno per soddisfare i propri bisogni. Se una donna possiede delle doti professionali che non tutte posseggono, e che sono necessarie ad altre donne e alla società nel suo insieme, allora le è permesso praticare la sua professione fuori casa, fintantoché ella aderisca/rispetti le condizioni prescritte dalla Shari’ah e chieda il permesso del proprio tutore legale (shar’i). La prova che sia  permesso che una donna lavori fuori casa in un campo in cui c’è bisogno, fintantoché ella aderisca alle regole prescritte dalla Shar’ah, vanno ricercate nel fatto che al tempo del Profeta (salla Allahu laeei wa sallem), ostretiche solevano accompagnare/aiutare le donne in travaglio e donne molto abili solevano praticare la circoncisione, e lui (salla Allahu aleeiii wa sallem) non le ha mai giudicate per farlo.

È noto che Rufaydah al-Ansaariyyah soleva trattare i feriti nella sua tenda, che era stata allestita di proposito nella moschea. Ella era molto dotata nel trattare gli ammalati, e il suo lavoro era fatto con la sapienza e l’espresso consenso del Profeta (pace  e benedizioni su di lui). Sa’d ibn Mu’aadh fu trasferito nella sua tenta per essere curato. Questo indica che è permesso che una donna pratichi questa professione fuori casa, e per analogia si può dedurre, che è permesso che una dottoressa apra una clinica fuori casa affinché curi donne e bambini. Facendo questo, ella sta adempiendo al suo dovere fard kifaayah (*Nota del traduttore della versione inglese: un dovere che cade sull’intera comunità, se alcune persone adempiono a tale dovere, esso non sarà più obbligatorio per gli altri, altrimenti tutti ne dovranno rendere conto). Tale tipologia di clinica facilita la donna che cerca una dottoressa, per cui non sarà necessario mostrare la propria ‘awrah ad un dottore maschio quando si ha bisogno di un trattamento.

Ma questo permesso viene dato a condizione che tale lavoro non influenzi negativamente i suoi doveri verso la propria casa, marito e figli, e che ella abbia il permesso di suo marito, perché questi doveri sono i suoi doveri individuali (fard’ayn), che hanno precedenza sulle sue responsabilità verso la comunità (fard kifaayah). Quando c’è conflitto, i suoi doveri individuali devono avere la precedenza. (Al-Mufassal da Abd al-Karim, 4/272)

Un altro hadith che descrive il lavoro della donna musulmana all’inizio dell’Islam fu narrato da Hafsah, e riguardava una donna che soleva trattare i feriti. Al-Bukhari, che Allah ne abbia misericordia, riportò nel suo Sahih che Hafsah raccontò: “Una donna venne e rimase al forte di Bani Khalaf, e ci raccontò di sua sorella. Il marito di sua sorella soleva partecipare a spedizioni militari con il Profeta (pace e benedizioni su di lui). Egli aveva partecipato a 12 campagne militari, e lei (sua moglie) l’aveva accompagnato in sei. Ella disse:” Solevano trattare I feriti e prenderci cura degli ammalati…” (Riportato da Al-Bukhari, numero 313)

Ma se il lavoro di una donna come infermiera o dottoressa è regolato dalle regole islamiche. Al Hafiz ibn Hajar, che Allah ne abbia compassione, commentando tale hadith, menzionò alcune di queste condizioni: “Quello che si evince da questo hadith è che una donna ha il permesso di offrire cure mediche ad un uomo non-mahram (una persona che non sia nella parentela stretta), finché si tratti di portargli delle medicine, o altre forme di trattamento indiretto (senza alcun contatto fisico ), [altre forme di trattamento non sono ammesse] eccetto in casi di necessità e qualora non ci sia paura di tentazione (in una situazione di emergenza o in un disastro).”

Se una donna lavora indossando un hijab completo, senza toccare alcun paziente di sesso maschile, o rimanga sola con lui, fintantoché non abbia timore che possa essere causa di tentazione o essere lei stessa tentata, se non sta negligendo nessuno dei suoi doveri essenziali come prendersi cura del marito e dei suoi figli, e se ha il permesso dal proprio custode, le è allora permesso lavorare. Normalmente pazienti maschi dovrebbero essere visitati da dottori e  infermieri, e pazienti donna da dottoressa e infermiere. I sessi non dovrebbero mischiarsi neppure in caso di trattamento medico, eccetto quando veramente indispensabile fintantoché non ci sia paura di tentazione. E Allah sa meglio.

(Islam q&a FATAWA NUMERO 286)
 

È permesso che una donna lavori fuori casa, ma ci sono delle condizioni:

-che ella abbia bisogno di lavorare per guadagnare del denaro

-che il lavoro sia adatto alla sua natura, come la professione medica, infermieristica, insegnamento, cucito e così via

-che svolga il suo lavoro in un posto solo per donne, e che non vi sia nessuna frequentazione con uomini

-che indossi un hijab conforme alle regole della Sharia

-che non viaggi senza un mahram

-che ella non sia negligente verso suo marito, la propria casa e i propri figli. (da islam q&a )

Shaykh Muhammad ibn Salih al-‘Uthaymin ha affermato:

“Ella dovrebbe lavorare in un campo esclusivamente femminile, come nell’insegnamento impartito a ragazze, o nell’amministrazione o nel supporto tecnico, o che lavori in casa propria cucendo abiti da donna. Non le è permesso lavorare in campi maschili in quanto dovrebbe frequentare degli uomni, il che creerebbe grande fitnah (fonte di tentazione e problemi in generale) dunque deve essere evitato. (Tratto da Fataawa al-Mar’ah al-Muslimah (2/981))

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