26 Mar 2010

Dichiarazioni di Yvonne Ridley nel corso della sua visita in Pakistan sulla situazione della cara Aafia Siddiqui

Sono venuta qui oggi per parlare ai partiti dell’opposizione al governo pakistano – e la sola opposizione che vedo sono i mass media vivaci, ambiziosi e indipendenti di questo grande paese.
Ad eccezione di Imran Khan, Tehreek e Insaf, Jamaat Islami e pochi altri, nessuno oltre ai media sembra preparato a sfidare realmente il governo Pakistano.
Ho sentito un gran numero di insulti pomposi, giuramenti e promesse dalle bocche dei ministri e di altri rappresentanti politici del governo pakistano su come faranno del loro meglio per riportare la dottoressa Aafia Siddiqui a casa.
Abdul Basit, un portavoce del Ministero degli Esteri pakistano, affermò di aver a cuore le condizioni di Aafia Siddiqui e che “l’obiettivo finale è di rimpatriarla in Pakistan e faremo tutto il possible e applicheremo tutti gli strumenti in nostro possesso a questo proposito.”
Ebbene, posso dirvi oggi che non hanno fatto niente – assolutamente zero per la figlia del Pakistan.
Lord Nazir Ahmed della Camera dei Lords Britannica è appena ritornato a Londra dall’America, (dove si era recato) per parlare con i senatori e coi membri del congresso americano relativamente alla triste condizione di Aafia.
Molti di coloro con i quali ha parlato non avevano mai sentito nominarla – inoltre, ha affernato che nessuno, non un solo membro del governo di Zadari, abbia mai chiesto ufficialmente il rimpatrio di Aafia.
Piuttosto hanno parlato pubblicamente e sono andati in TV a fare grandi, forti, virili promesse su come avrebbero fatto tutto quanto in loro potere per riportare Aafia a casa, ma in privato non hanno fatto niente e ci sono addirittura coloro che stanno diffondendo alcune notizie sui mass media contro di lei.
Adesso, non spetta a me fare nomi e mettere in imbarazzo, ma se devo smaschererò queste donnole, questi uomini senza onore, che stanno facendo peggio di niente per rimpatriare Aafia – alcuni stanno impedendo il suo ritorno. Perché?
Perché hanno paura della dr.ssa Aafia Siddiqui? Cosa sa? Cosa potrebbe dire?
Secondo il verdetto penale, uno degli avvocati difensori di Aafia Siddiqui, Elaine Sharp, ruppe il silenzio, quando disse: “Aafia Siddiqui ci ha detto che fu prelevata da uomini Pakistani in due automobili nere. Questi erano uomini dell’intelligence pakistana. ‘Sapete’ disse ‘L’ISI’.”
L’ISI, intelligence militare, chiunque sia – è tempo adesso di confessare riguardo ad Aafia e al resto delle persone pakistane scomparse, incluso Massod, il marito di Amina Janjua, e mille altri.
E questo messaggio è rivolto anche all’Ambasciatore statunitense, Anne Patterson – la quale sta al contempo manipolando e distorcendo i fatti riguardo al caso di Aafia e degli altri scomparsi.. In verità i servizi segreti americani l’hanno tenuta completamente all’oscuro della faccenda, ed ella non è nient’altro che un’operazione di facciata. Se vuole giocare a fare la Patsy, allora così sia.
Ci stiamo avvicinando all’ottavo anniversario del rapimento di Aafia dalle strade di Karachi, avvenuto nel marzo del 2003.
L’allora Ministro dell’Interno, Faisal Saleh Hayat, assicurò alla famiglia Siddiqui che sarebbe stata restituita entro pochi giorni, al massimo settimane, ma in cambio i familiari avrebbero dovuto rimanere tranquilli, e non dichiarare nulla, specialmente contro il governo e l’allora presidente Pervez Musharraf.
Nello stesso periodo, un investigatore privato di nome Shahid Qureshi presentò un rapporto scritto ai magistrati, riguardo alle accuse relative al rapimento, nel 2003, della dottoressa Aafia e dei suoi tre bambini.
In questi documenti scrisse che l’aggressione era stata effettuata da agenti segreti dell’FBI, senza autorizzazione né preavviso.
Penso che sia un dato di fatto che i servizi segreti non avrebbero fatto ciò senza la collaborazione dei loro ben pagati, corrotti amici dei servizi segreti pakistani, dell’ISI o dell’esercito.
Quindi, potete vedere che le ingiustizie contro Aafia non sono cominciate in America, ma nelle strade del suo stesso Paese – e nonostante quello che alcuni dei cagnolini americani vi diranno, Aafia è una cittadina Pakistana, non Americana.
Anche se è stata sotto custodia statunitense più del tempo di cui la maggior parte della gente ha bisogno per ottenerne la cittadinanza; probabilmente, ormai ha ottenuto il diritto di avere un passaporto americano.
Ora sappiamo che Aafia fu rinchiusa a Bagram per anni – e adesso voglio sfidare Anne Patterson ad osare darmi della bugiarda.
E mi rivolgo alla Croce Rossa internazionale: Vi sfido a rompere il vostro silenzio e a rivelare ciò che sapete circa la Signora in Grigio di Bagram, nota anche come Prigioniero 650.
Se sono una bugiarda oppure fantastico, dimostratelo.
E, per la cronaca, voglio che sappiate che io non sono né anti-pakistana né anti-americana, ma ritengo che l’indole di alcuni politici qui e negli USA sia vergognosa. Ritengo che i decorosi cittadini normali, Pakistani e Americani, dovrebbero essere sconvolti se sapessero cosa veniva fatto esattamente in loro nome.
So che molti di voi sono rimasti impressionati quando il governo Pakistano ha fatto la mossa senza precedenti di farsi avanti e pagare due milioni di dollari per la squadra di avvocati che difende Aafia.
Ma ciò che accadde dopo può chiarirci la motivazione di questo gesto generoso. Il governo del Pakistan è diventato il cliente, quindi la famiglia di Aafia ha smesso di essere informata dagli avvocati, che rispondono direttamente al governo.
Ciò significa che gli avvocati ricevono istruzioni dal cliente – un cliente che prima di tutto sembrerebbe essere colpevole tanto quanto gli Americani della scomparsa di Aafia.
Questi avvocati hanno fatto tutto quanto era in loro potere per impedire ad Aafia di fornire le prove – lo stesso giudice ha chiarito perfettamente di non essere interessato a dove si trovasse Aafia dal 2003… e ha veramente dimostrato il suo disprezzo per i mass media pakistani, buttandoli fuori da un’aula sovraffollata, introducendo un sistema di apartheid in un tribunale Americano.
Era del tutto evidente che Aafia non avrebbe ricevuto giustizia, nonostante tutte le prove scientifiche e medico-legali fossero dalla sua parte.
La verità è che non avrebbe mai dovuto esserci un processo, perché era illegale.
Come può una pakistana, sospettata di aver commesso crimini in Afghanistan, essere portata in giudizio negli Stati Uniti? Non era stata legalmente estradata negli Stati Uniti, vi era stata deportata.
Nessun altro era mai stato portato in giudizio in America per un crimine commesso in un altro paese – perché in questo caso sì?
Infine, è chiaro che il pubblico ministero degli Stati Uniti non ha finito con Aafia. Ella si trova ora in isolamento totale, e non ha avuto alcun contatto con suo fratello Mohammed né prima né dopo il processo.
È completamente isolata e si teme che possa essere interrogata di nuovo. Vi è in atto un tentativo per cercare di affibbiarle il marchio di terrorista, qualcosa che non sono riusciti a fare durante il procedimento penale appena conclusosi. Davvero non so quanto tempo questa povera donna possa ancora resistere.
Tutto quello che so è che dobbiamo salvarla dalla prigionia statunitense – e riportarla a casa perché possa riabbracciare suo figlio… un figlio, tra l’altro, che ella non riusciva a riconoscere quando lo reincontrò a Ghazni.
E dove sono gli altri due bambini – Maryam, e non dimentichiamo il piccolo Sulyman? A differenza di suo fratello e di sua sorella, che hanno la cittadinanza statunitense, Sulyman è un Pakistano, ma non per questo la sua vita vale di meno. Ciò non lo rende privo di valore, o di minor valore.
Non dimentichiamo il piccolo Sulyman.
Quindi, in conclusione, possiamo trovare alcuni leader politici provvisti di spina dorsale, che si mettano in contatto con il governo americano e chiedano direttamente il rimpatrio di Aafia.
Avrebbe dovuto essere restituita per i seguenti motivi:
1) Il processo si è svolto all’interno di una giurisdizione del tutto sbagliata. Se la storia che gli Americani hanno presentato fosse vera, perché Aafia non è stata processata per crimini di guerra in Afghanistan e cosegnata alla giustizia afghana? Il reato di sparare contro soldati statunitensi è significativamente inferiore ad un tentato attacco suicida contro un governatore con un bambino soldato a rimorchio! Avrebbero dovuto processarla per questi crimini negli Stati Uniti.
2) Anche se la storia della sparatoria fosse vera, perché è stata deportata dal paese in cui si trovavano tutte le prove? Avrebbe dovuto restare in Afghanistan, dove la sua squadra di avvocati avrebbe potuto avere più facile accesso alle prove e alle testimonianze.
3) Come nemico combattente donna, perché è stata trasferita negli Stati Uniti? È diventata così la prima persona priva di nazionalità USA ad essere trasferita negli Stati Uniti in una simile circostanza.
La verità è che questo processo non avrebbe mai dovuto aver luogo dal punto di vista giuridico. La maggior parte degli avvocati con cui ho parlato ritengono che il caso non avrebbe dovuto proseguire a New York – per i motivi suesposti avrebbe dovuto essere archiviato.
SOURCE: FreeAafia.org
Un ringraziamento speciale a Ukhti Hannah

1 comment:

  1. Un doloroso commento....non dimenticate mai questa storia di ordinaria ingiustizia, questa storia di orrori, di bambini strappati alla madre, di bambini scomparsi, di donne abusate nella loro fragilita', di accuse senza fondamento! Portate la cara sorella Afia nei vostri cuori sempre, ricordatela nelle vostre preghiere e lasciate che tutti sappiano la crudelta' che le e' stata inflitta....le preghiere sono potentissime se fatte veramente col cuore!

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