25 Jul 2009

Abramo, Agiar, Ismaele

Questa storia comincia lontano del tempo, nel giorno in cui Dio ordino' al profeta Abramo (su di lui la pace) di prendere la moglie Agiar e il figlioletto Ismaele e condurli in una landa desolata della penisola arabica, un territorio chiamato Hijaz, che dista poche decine di chilometri da Jeddah. Giunto nel luogo che Dio li aveva indicato, Abramo lascio' ad Agiar un otre pieno di acqua e le poche provviste che poteva e si allontano' con il cuore gonfio di dispiacere ma confidando nella misericordia di Dio al quale elevo' un'invocazione: "O Signor nostro, ho stabilito una parte della mia progenie in una valle sterile, nei pressi della Tua Sacra Casa, affinche',o Signor nostro, assolvano all'orazione. Fai che i cuori di una parte dell'umanita' tendano a loro, concedi loro [ogni specie] di frutti" (Corano, surah 14, versetto 37)
Agiar capi' che Abramo non agiva per conto proprio e confido' in Dio. Il luogo in cui si trovavano era un avvallamento tra montagne brulle e polverose, lontano da ogni centro abitato, spinta dall'ansia che opprimeva il suo pettto, per scrutare l'orizzonte si inerpico' su una roccia (Safa) che si trovava in quei paraggi. Non vide nulla e allora corse fino alla sommita' di un piccolo colle ( MArwa) distante dalla roccia qualche centinaio di metri. Torno' esausta dopo aver percorso questo tragitto per ben 7 volte correndo e vide l'angelo Gabriele (su di lui la pace) e dell'acqua affiorare. Ella si affretto' a fare come un bacino per trattenerla, poi disseto' Ismaele, se stessa, riempi' l'otre e ringrazio' Dio l'Altissimo. Questa e' nota come la fonte di Zam Zam.

Liberamente tratto: Questo e' Mohammed

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